(Trascritto dall’articolo). Obiettivo: Il coinvolgimento empatico nella cura del paziente è un elemento centrale per una relazione costruttiva e collaborativa fra il medico e il paziente. Un buon rapporto medico- paziente sembrerebbe, inoltre, essere favorito da uno stile dialogico e riflessivo basato sull’ interazione con il paziente e sulla comprensione delle sue vicende umane (Kaplan et al., 1996, Kaplan &Frosch 2005). Tale stile riflessivo prevede il coinvolgimento del paziente nella pianificazione dei programmi terapeutici, evitando di mettere in atto decisioni affrettate, saltando rapidamente alle conclusioni. La letteratura definisce questo particolare errore di ragionamento “Jumping to Conclusions (JTC)”, tendenza a prendere decisioni inaccurate, basate su informazioni insufficienti (Moritz & Woodward 2007; Moritz et al., 2010). Alcuni studi hanno dimostrato che nella vita quotidiana, come nella pratica clinica, saltare troppo frettolosamente alle conclusioni possa essere favorito da uno stato ansioso, da condizioni di particolare stress lavorativo (Lincoln et al., 2010, Giusti et al., 2017). Lo studio si proponeva di valutare la relazione tra presenza di sintomi ansiosi, livelli di empatia e tendenza al “jumping to conclusions” in un campione di medici di famiglia con diverse specializzazioni mediche ipotizzando che operatori con ansia di stato e di tratto e con basso livello di empatia tendano a saltare alle conclusioni diagnostiche terapeutiche, senza instaurare rapporto un autentico con il paziente. Metodo: 25 medici di famiglia (MMG) hanno partecipato allo studio. Del campione è stata valutata la sintomatologia ansiosa attraverso la State and Trait Anxiety Inventory (STAI-Y1 and STAI-Y2 (Spielberger et al., 1983), il livello di empatia attraverso la Jefferson Scale of Physician Empathy, nella sua versione per operatori (JSPE, Hojat et al., 2001), la tendenza al bias cognitivo del “Jumping to conclusions” attraverso il Fish task ( Moritz & Woodward, 2005). In quest’ultimo i soggetti sono invitati a prendere una decisione sulla base di un certo numero di stimoli presentati: minore è il numero di stimoli in seguito ai quali si fornisce la risposta, maggiore sarà la tendenza a prendere decisioni affrettate. Risultati: il campione valutato ha mostrato una lieve sintomatologia ansiosa sia in relazione all’ansia di stato (STAY Y1) che in relazione all’ansia di tratto (STAI Y2) con punteggi medi di 45 (DS=9) e di 52 (DS=12), rispettivamente, ed un livello moderato di empatia con punteggi medi alla scala JSPE di 102 (ds=20). Le analisi di correlazione hanno mostrato come ad un maggiore livello di empatia, misurato dalla scala JSPE, corrisponda una minore tendenza a prendere decisione affrettate (r=0,629; p=0,002). Conclusioni I risultati del nostro studio confermano la nostra ipotesi, secondo cui uno scarso livello di empatia, favorito da una condizione di stress lavorativo, non favorisca processi decisionali condivisi. I dati suggeriscono che è importante promuovere abilità empatiche durante il percorso formativo dello studente universitario, perché considerati ingredienti utili per curare in modo riflessivo e collaborativo.
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