(Trascritto dall'articolo). Obiettivo: Il paradigma della “Recovery”, ovvero guarigione personale, è uno dei più innovativi nel campo della salute mentale che nasce dal movimento degli utenti dei Servizi di Salute Mentale che, in qualità di “veri esperti, rispetto agli operatori, hanno iniziato una lotta per difendere i diritti di cittadinanza delle persone con disturbi di salute mentale, delineando una strategia innovativa del loro percorso di guarigione. Quest’ultima assume, dunque, un significato diverso e unico rispetto al concetto di guarigione clinica e sociale, configurandosi come un viaggio personale in cui la persona prende progressivamente consapevolezza dell’origine e sviluppo della propria malattia. Feeney e coll. (2013) hanno dimostrato che l’inserimento nel curriculum accademico della tematica della “recovery” induce negli studenti atteggiamenti più positivi nei confronti della malattia mentale come antidoto contro elaborazione di atteggiamenti discriminatori e stigmatizzanti, così frequenti anche tra gli operatori della salute. Un recente studio (Giusti et al., 2017, submitted) ha dimostrano l’efficacia di un programma di formazione breve e strutturato, rivolto a professionisti della salute mentale e a studenti universitari, mirato a migliorare l’aderenza ai principi etici, la comprensione umana, il dialogo e l’apprezzamento delle persone con problemi mentali. L’obiettivo dello studio era di verificare, negli studenti universitari, se l’adesione spontanea al paradigma della “recovery” fondato sul dialogo e sull’interazione umana, fosse naturalmente correlata ad un atteggiamento empatico che presuppone l’immedesimazione nella storia nei confronti della persona con disturbi mentali. Metodi: All’indagine hanno partecipato 118 studenti iscritti al V anno del corso di Medicina e Chirurgia, reclutati negli ultimi tre anni. I partecipanti hanno compilato la versione italiana del questionario self-report Recovery Knowledge Inventory (RKI, Bedregal et al., 2006) e la Jefferson Scale of Physician Empathy, nella versione per studenti (JSPE, Hojat et al., 2001). La prima scala valuta il livello di orientamento alla «Recovery» e la conoscenza di 4 specifici domini di comprensione quali 1) Ruoli e responsabilità nella Recovery; 2) Non linearità nel processo della recovery; 3) Ruoli della definizione del sé e dei pari nella recovery; 4) Aspettative sulla recovery con un range del punteggio di 20-100; la seconda scala valuta le abilità empatiche a livello cognitivo e comportamentale con un range del punteggio di 20-140. Risultati: Il campione valutato ha mostrato bassi livelli di attitudine ai principi della “recovery personale” come emerso dal punteggio totale medio della scala RKI (M=58; DS=5,5), nonché bassi livelli di empatia nei riguardi di persone con disturbi mentali, come osservato dal punteggio medio nella scala JSPE di 79 (DS=6,4). Le analisi di correlazione hanno mostrato un’associazione positiva e statisticamente significativa tra i livelli di empatia, misurati attraverso la scala JSPE e una dimensione della scala RKI «aspettative della Recovery» (r=0,241; p=0,009). Conclusioni I dati dello studio suggeriscono l’importanza di inserire nel curriculum educativo degli studenti dell’area sanitaria informazioni sul paradigma della “recovery” in quanto l’adesione ad esso potrebbe migliorare quell’atteggiamento empatico verso chi soffre, presupposto per instaurare un rapporto autentico e antidiscriminatorio nei riguardi delle persone con disturbi mentali che incontreranno nella pratica clinica.
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