(Trascritto dall’articolo). Obiettivo. L’apprendimento clinico (tirocinio) costituisce, nella formazione infermieristica, il momento in cui lo studente, accompagnato dal Tutor clinico, sperimenta abilità e applica conoscenze teoriche, elementi che caratterizzano l’esperienza formativa finalizzata ad acquisire nuove competenze. In base a quali significati e criteri di giudizio sono però valutate tali competenze? Lo studio si propone di descrivere il significato attribuito dal tutor clinico nel definire “bravo” uno studente. Metodi. È stato condotto uno studio descrittivo qualitativo di tipo fenomenologico (maggio 2018), su un campione propositivo di Tutor clinici del Corso di Laurea in Infermieristica, con formazione tutoriale di 1 livello ed esperienza almeno triennale nella funzione. Sono state condotte 17 interviste non strutturate (domanda aperta “chi è per te il bravo studente”?), audio registrate, trascritte e analizzate mediante il metodo di Giorgi A, fino a saturazione dei dati. Risultati e discussione. Per il tutor clinico, il “bravo studente” è colui che riesce a porsi in un’ottica di scoperta e curiosità, con capacità di osservare e comprendere aspetti complessi dell’agire infermieristico. Possiede basi teoriche, si auto-valuta, ricerca e discrimina le occasioni formative. Pone attenzione nel cogliere specificità del contesto di apprendimento. Possiede capacità relazionali con la persona assistita e il gruppo di lavoro, gestisce le emozioni aiutando innanzitutto se stesso. Seguendo un approccio simbolico-metaforico è descritto come un “camaleonte” che muta più o meno consapevolmente per aderire alle aspettative dei formatori. Il tutor, nel duplice ruolo di formatore e valutatore, vive faticosamente il momento della certificazione e del giudizio, capacità che richiede “manutenzione” continua attraverso un percorso di supervisione esperienziale. Percepisce invece la valutazione formativa come momento positivo e gratificante, in cui ritrova una equilibrata collocazione, come in un “puzzle da costruire insieme “allo studente. Conclusione. Nel definire il “bravo studente”, molte variabili entrano in gioco richiamando valori personali, culturali, professionali, e modelli organizzativi dei contesti sanitari. Punti di forza e criticità sottendono il processo di valutazione e si delineano nella metafora del “bravo studente”. Il “viaggiatore” che intraprende il percorso formativo con la valigia di conoscenze lungo un processo di trasformazione; lo stratega che organizza, decide e agisce per raggiungere i suoi obiettivi formativi; il brutto anatroccolo che nutrito e accudito può affrontare in serenità l’esperienza trasformativa; la matrioska che impara a muoversi nell’organizzazione più grande; il marinaio che si equipaggia per affrontare il mare delle relazioni; il porcospino che impara a gestire le giuste distanze nelle relazioni. Il successo formativo si fonda sulla qualità della relazione educativa, dove il tutor rappresenta la bussola in grado di orientare costantemente lo studente verso la sua crescita formativa. Il Tutor quindi si trova impegnato in prima persona a far emergere il “cigno” presente in ogni studente, in un’azione fortemente maieutica che deve connaturare costantemente il suo agire educativo, attraverso momenti di riflessione e percorsi di supervisione, formazione e autoformazione.
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