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Letteratura Italiana di Scienze Infermieristiche

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Amoroso Mariagiovanna, D'Ambrosio Gaetano Giorgio. Formazione alla relazione nel Corso di formazione specifica in medicina generale: dal caso didattico alla narrazione didattica. Tutor 2018;18(3):85–86. 
Added by: Manuela Peluso (26/08/2023, 14:09)   
Resource type: Journal Article
BibTeX citation key: Amoroso2018
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Categories: Etica, Gruppi occupazionali
Subcategories: Medici, Rapporto medico-paziente
Creators: Amoroso, D'Ambrosio
Publisher:
Collection: Tutor
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Abstract

(Trascritto dall’articolo).
Motivazione. Nella formazione dei professionisti sanitari in Italia, le energie dispiegate nei confronti delle abilità comunicative sono estremamente variabili e generalmente scarse. Non fa eccezione la formazione specifica in Medicina Generale (CFSMG) nell’ambito della quale l’attenzione dedicata al rapporto medico-paziente è generalmente affidata all’iniziativa, all’esperienza e alla competenza dei singoli tutor o coordinatori.
Obiettivi. Presentare un progetto didattico sulla relazione medico – paziente formulato nell’ambito delle attività seminariali interdisciplinari del polo didattico BT del CFSMG della Puglia. In particolare, riferire sull’esperienza relativa all’utilizzo di “casi didattici” e “narrazioni didattiche” allo scopo di sensibilizzare i tirocinanti ad uno stile comunicativo che consenta di far emergere, oltre agli elementi utili alla diagnosi clinica, anche il vissuto di malattia del paziente ed i suoi bisogni inespressi.
Materiali e Metodi. L’esperienza si svolge nel contesto di un seminario di quattro ore. È stata realizzata con i tirocinanti del primo, secondo e terzo anno. Nella prima parte del seminario si discute un “caso didattico” con le consuete modalità ovvero fornendo ai partecipanti solo i dati clinici utili per giungere alla diagnosi. Ai tirocinanti è richiesto di formulare un piano diagnostico-terapeutico sulla base delle informazioni fornite. Le proposte dei singoli tirocinanti sono raccolte individualmente e successivamente discusse in plenaria. Nella seconda parte lo stesso caso è presentato sotto forma di “narrazione didattica”: un testo non strutturato ma che tuttavia è costruito avendo preliminarmente definito gli obiettivi educativi, le piste di dibattito e i vettori di apprendimento. Dopo una lettura individuale del testo, ai partecipanti è richiesto di: a) descrivere le emozioni del medico e del paziente, b) individuare la condizione di disagio oltre il sintomo e le proposte suggerite da medico per affrontarlo, c) valutare se e in quale misura le informazioni emerse dalla lettura del testo possono modificare le scelte diagnostiche e terapeutiche adottate al termine della presentazione del caso didattico.
Risultati e Discussione. Dall’analisi delle risposte emerge una notevole potenzialità della “narrazione didattica” nel: a) rilevare i bisogni formativi dei singoli tirocinanti per quanto riguarda le competenze relazionali; b) stimolare la riflessione sulla utilità di adeguare lo stile comunicativo in funzione degli obiettivi del medico e dei bisogni del paziente nella consultazione; c) fare emergere alcune criticità dell’esperienza tutoriale. In particolare, la “narrazione didattica”, che per quanto ci risulta non ha precedenti in letteratura, si è rivelata uno strumento potente, particolarmente utile nel primo anno di corso in quanto in grado di sensibilizzare i medici in formazione alle dinamiche relative alla relazione medico-paziente, migliorare la capacità di percepire nel colloquio col paziente anche gli elementi della comunicazione che non sono correlati a problematiche strettamente biologiche. Naturalmente l’analisi di narrazioni didattiche rappresenta solo un primo approccio alla formazione sulle problematiche relazionali che può avvalersi di molte altre opzioni didattiche quali corsi sulla comunicazione, gruppi Balint, corsi di cine-education, incontri con pazienti formatori, oltre alla fondamentale ed irrinunciabile pratica clinica, guidata da tutor formati alla didattica della relazione medico – paziente.

 


  
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