(Trascritto dall’articolo). L’obiettivo dello studio è stato di promuovere una formazione esperienziale per i professionisti della cura, mediante la progettazione di interventi di digital storytelling (dst). Il percorso, sviluppato all’interno del progetto “Storie in Circolo. Digital Storytelling per alimentare speranze e saperi”, è stato promosso dal reparto Formazione e Sviluppo Risorse Umane dell’ASL di Biella, in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Torino. La scelta del modello esperienziale è dipesa, in particolare, da tre fattori ritenuti fondamentali: a) la dimensione sociale dell’apprendimento in età adulta; b) la componente emotivo-affettiva del lavoro educativo nei contesti di disagio; c) l’esperienza come trasformazione del vissuto professionale. La progettazione di interventi di dst aveva il duplice obiettivo di permettere ai partecipanti l’acquisizione di una metodologia narrativa di intervento e di apprendere direttamente dalla propria esperienza attraverso un percorso riflessivo-narrativo. Il dst coniuga tre dimensioni: a) quella narrativa: viene raccontata una storia in prima persona, co-costruita in un piccolo gruppo, che coinvolge emozionalmente; b) la dimensione multicodicale: sono presenti le immagini, i suoni o delle colonne sonore, il testo e la voce narrante che insieme formano un video racconto di breve durata; c) infine, quella multimediale, mediante l’impiego di strumenti e canali mediali. Al percorso di formazione hanno preso parte: dodici professionisti (soggetti primari) suddivisi in cinque gruppi che hanno coinvolto a loro volta, degli utenti appartenenti alle realtà scelte (soggetti secondari). Per monitorare efficacemente i lavori, sono stati definiti sei incontri di base di quattro ore ciascuno, dedicati al confronto diretto fra i tutor (tre facilitatori e due osservatrici) e i partecipanti. L’impianto di lavoro ha previsto tre momenti: 1) la formazione al digital storytelling, riprendendo gli elementi chiave della metodologia; 2) la formazione alla progettazione degli interventi (obiettivi e fasi) e infine, 3) la sperimentazione del lavoro sul campo. Inoltre, il percorso ha previsto l’impiego di una griglia progettuale creata dall’equipe e la supervisione individuale e telematica in itinere. I risultati hanno riguardato: • la gestione in prima persona della complessità del processo di creazione delle storie, nonché una riflessione sulle dimensioni che entrano in gioco: relazionale, metodologica e organizzativa; • • l’applicazione della metodologia da parte dei soggetti primari, all’interno dei contesti scelti; • • la meta-riflessione sulla dimensione progettuale dei dst e sulle strategie da adottare, mediante il confronto con i tutor; • • la produzione di digital storytelling dei soggetti secondari in linea con le guide fornite ai professionisti. In conclusione, la formazione ha permesso ai partecipanti di comprendere la complessità degli interventi di digital storytelling e di promuovere una formazione continuativa e ricorsiva verso dei soggetti terzi, non coinvolti direttamente nella formazione.
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