Nel corso dei primi mesi del 2020, l’emergenza pandemica da SARS-CoV-2 ha generato profondi cambiamenti nel contesto sociale e sanitario. Nonostante si abbia la sensazione che il mondo dell’emergenza sanitaria sia distante anni luce da quello delle cure palliative, quest’ultimo si è trovato ad affrontare una situazione completamente nuova, che riformula con prorompente drammaticità il concetto di “fine vita”: da un lato sono aumentate le sofferenze e il senso di abbandono dei malati cronici, dall’altro è emerso quanto le cure palliative possano avere un ruolo nelle emergenze sanitarie. Lo scopo dell’articolo è quello di dare degli spunti per rielaborare gli atteggiamenti, le procedure e la presenza stessa dei servizi di cure palliative in questo complesso periodo storico. A tal proposito sono state raccolte delle testimonianze e delle riflessioni degli operatori della fondazione “FARO” di Torino, attivi in tre setting (domiciliare, ospedale e hospice), focalizzandosi su tre ambiti: il vissuto degli operatori nei diversi contesti, le diverse modalità operative messe in atto e le specificità e le potenzialità di attivazione delle cure primarie nell’emergenza.

(A cura di Antonio D’Angelo).